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07/05/2007
Parità uomo-donna: in campo l’Ue
Il 22 febbraio 2006 a Bruxelles la Commissione Europea ha pubblicato la Relazione della Commissione dl Consiglio, dl Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sulla Parità tra donne e uomini — 2006.
La relazione annuale sintetizza i principali sviluppi in tema di parità tra donne e uomini nell’Unione europea nel corso del 2005 e delinea le sfide e gli orientamenti politici per il futuro.
L’Ue ha riaffermato il proprio impegno a favore della parità tra donne e uomini nell’agenda sociale relativa al periodo 2005-2010, che integra e consolida la rinnovata strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione.
Nella nuova serie di orientamenti integrati, che sostiene l’obiettivo di realizzare una crescita più stabile e duratura e creare nuovi e migliori posti di lavoro, la parità tra i generi è considerata un elemento essenziale per far fronte alle sfide del mercato del lavoro.
La Commissione ha promosso una comunicazione sui futuri sviluppi delle politiche di parità tra donne e uomini nell’Unione europea in cinque anni a partire nel primo trimestre del 2006. Questa
“Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini” individuerà le sfide e gli interventi che consentiranno all’Ue di realizzare la parità tra i generi mediante politiche interne ed esterne, in linea con gli obiettivi di crescita e di occupazione. La tabella di marcia evidenzierà l’impegno e il contributo specifico dell’Ue a questo processo.

Obiettivi
Gli obiettivi individuati nella Tabella di marcia sono:
- la parità economica tra donne e uomini;
- l’equilibrio tra attività professionale e vita privata;
- la pari rappresentanza nel processo decisionale;
- l’eradicazione di tutte le forme di violenza sul genere;
- l’eliminazione di stereotipi sessisti;
- la promozione della parità.
Negli ultimi decenni la legislazione ha contribuito in modo fondamentale ai progressi compiuti in tema di parità tra donne e uomini.
Nel 2005 si sono compiuti ulteriori passi avanti con l’adozione di una proposta modificata di direttiva che ha semplificato e modernizzato la legislazione comunitaria relativa alla parità di trattamento tra uomini e donne in tema di occupazione. Il termine per il recepimento della direttiva del 2002 riguardante la parità di trattamento è scaduto il 5 ottobre 2005. L’istituzione di enti per le pari opportunità, stabilita dalla direttiva, ha contribuito indubbiamente a migliorare l'applicazione della legislazione sulla parità tra donne e uomini. La maggior parte degli Stati membri ha recepito la direttiva all’interno del diritto nazionale. Qualora la direttiva non sia stata recepita, o sia stata recepita in maniera scorretta, saranno intrapresi dei procedimenti per infrazione.

Patto di parità
La Commissione Europea intende conseguire questi obiettivi gli obiettivi proposti dalla Tabella di Marcia, puntando a rafforzare la collaborazione con gli Stati membri interessati e i principali stakeholders interessati. Infatti, gli Stati membri hanno anche approvato una Patto europeo per la parità di genere.
Il patto per la parità di genere segna, una volontà di impegnarsi nell’attuazione di politiche che hanno lo scopo di promuovere l’occupazione delle donne garantendo così un equilibrio migliore tra la vita professionale e la vita privata.
Oltre alla riduzione della popolazione in età lavorativa , permangono problemi di diminuzione dei tassi di natalità e di aumento della popolazione degli anziani. Una risposta al calo demografico è costituita in parte da un migliore equilibrio tra vita professionale e vita familiare, mediante il potenziamento dell’offerta dei servizi di custodia dei bambini, più economica e flessibile.

Obiettivi
Un’altra iniziativa utile al perseguimento dell’obiettivo di raggiungere una parità di genere effettiva, è data dall’entrata in vigore nel gennaio di quest’anno del regolamento definitivo dell’Istituto per l’uguaglianza di genere, il cui accordo per la sua adozione è stato sottoscritto dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa il 19 dicembre scorso.

Fondo
All’interno del Fondo Sociale Europeo (Fse) per quanto riguarda il Programma Operativo 2007-2013 sono previsti tre linee di intervento che vanno ad impattare sulla situazione della condizione femminile nel mercato del lavoro e nella vita economica e sociale. Le azioni fondamentali sono:
- azioni di sostegno alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (come la riduzione dell’orario di lavoro, forme contrattuali flessibili, telelavoro, voucher per l’acquisizione di servizi);
- azioni di sostegno all’occupabilità e occupazione femminile (potenziamento della rete regionale dei centri per l’occupabilità femminile, percorsi integrati e individualizzati per la transizione al lavoro delle donne, soprattutto immigrate);
- azioni di sostegno alla creazione di impresa.
Gli Stati membri dovranno promuovere l’imprenditoria femminile, applicando strategie concrete e misure di agevolazioni dell’accesso delle imprenditrici al credito ai servizi bancari, soprattutto per quanto riguarda i microfinanziamenti e le misure a sostegno delle reti di imprenditrici.
Ogni Stato dovrebbe nominare un responsabile nazionale per l’uguaglianza di genere nell’ambito dell’attuazione della Strategia di Lisbona, con il compito di partecipare all’elaborazione e alla revisione dei rispettivi piani nazionali, nonché, al monitoraggio della loro attuazione, al fine di favorire l’integrazione della dimensione di genere, segnatamente nel bilancio. Il Parlamento, inoltre, chiede che a livello Ue siano avviati progetti pilota sull’integrazione della dimensione di genere nel bilancio generale e dei programmi comunitari, in particolare nei fondi strutturali, e nei programmi relativi alla ricerca, ai consumatori e alla sanità pubblica.
© 2005 Interazione&Innovazioni s.r.l.